Se volessimo scindere in due la storia di Internet degli ultimi trent’anni, a conti fatti dovremmo segnare una linea immaginaria che distingue due periodi, più o meno, ben precisi: uno in cui il World Wide Web è sprovvisto dell’apporto tecnologico dei motori di ricerca e un altro, ben diverso, in cui i search engine (motori di ricerca) la fanno da padrone.
Nel secondo periodo storico non posso esimermi di citare, ovviamente, Google e tutto il suo apporto per la rivoluzione nei confronti del web. E che rivoluzione! Il motore di ricerca di Mountain View, infatti, ha convogliato in avanti in termini qualitativi il concetto di ricerca sul web, spostando il focus e soprattutto mettendo al centro gli utenti e i loro bisogni, ponendo più attenzione ai link in ingresso in una pagina rispetto le parole chiave, pur essendo quest’ultime parecchio importanti. Tuttavia ti sei mai chiesto chi è il responsabile di questi avvenimenti epocali? Chi ha fondato Google? Quando? Dove? Come e perché? Lo analizzeremo a breve.
Chi ha fondato Google?
La risposta è più semplice di quanto possa sembrare: i fondatori di Google sono Larry Page e Sergey Brin, due individui apparentemente riservati e dall’aspetto un po’ nerd ma dietro le loro intenzioni e invenzioni si celano cambiamenti epocali nel mondo dell’informatica e all’approccio che tutt’oggi mantieni verso i motori di ricerca. Sì, perché devo dirtela tutta: negli anni novanta i primi search engine implementati non erano propriamente user friendly, stiamo parlando di Aliweb, Lycos, Altavista e Yahoo!.
Perché, come avevo già brevemente accennato, quando un utente compiva una ricerca sui motori sopra menzionati veniva diretto, meglio sbalzato, su risultati di ricerca i quali nella maggior parte portavano a siti spam, pieni di parole chiave inconcludenti o su pagine che non avevano affinità con la query digitata. La rivoluzione di Page e Brin sta nell’aver preso in considerazione anche le menzioni delle pagine, cioè i link in ingresso, oltre alle keywords all’interno del contenuto della pagina web, per decretare la qualità dei risultati di ricerca e nonché il posizionamento dei siti sulla serp di Google. Tutto ciò è, ribadiamolo, un cambiamento a carattere storico, oltreché rappresentare un balzo in avanti significativo che ha portato tutti a intendere e adoperare il motore di ricerca più famoso al mondo d’oggi.
La storia di Google: Larry Page e Sergey Brin

Tutto iniziò nel 1995, quando Page stava valutando se iscriversi o meno a un corso di specializzazione di dottorato all’università di Stanford, quando uno studente di nome Sergey Brin ricevette il compito di fargli visitare l’università. L’incontro portò evidentemente i suoi buoni frutti perché dal quel momento iniziano a collaborare a un progetto denominato Backrub il quale getta le basi per l’algoritmo di Google anche per come lo conosci a tutt’oggi.
L’intuizione, come abbiamo accennato, parte da Page per la quale le pagine più menzionate e alla fin fine più cliccate meritano una posizione d’onore nella SERP di ricerca Google perché, dati alcuni calcoli, soddisfanno l’intento di ricerca degli utenti e la qualità del loro contenuto è apprezzata attraverso le ricerche degli stessi naviganti. Tutto ciò, a distanza di quasi trent’anni, ti potrà sembrare scontato ma non lo è affatto. Dietro vi sono mesi e mesi di studi, ricerche, calcoli, errori ma anche una visione pionieristica proiettata nel futuro che sicuramente ha raccolto ciò che ha seminato con diligente passione.
Tuttavia i fondi della celebre università californiana non erano abbastanza sufficienti per convogliare interamente il progetto dalla teoria alla pratica. Questo momentaneo bug economico nel flusso che avrebbe dovuto portare alla realizzazione di Google Inc. si dimostrò soltanto l’ennesimo ostacolo per raggiungere sempre qualcosa di più grande. Infatti, dopo aver scandagliato il mercato in lungo e in largo per trovare degli investitori, dopo alcuni rifiuti e reticenze, i due ragazzi trovano in Andy Bechtolsheim il loro angel investitor (così vengono chiamati gli investitori della prima ora nel linguaggio delle start up) il quale si rese disponibile a finanziare il loro progetto con un assegno di ben 100.000$, pratica molto in voga nei settori economici della Silicon Valley.
L’idea di successo che rese possibile la nascita di Google
Comunque, l’unico vero grattacapo significativo verso cui si trovarono davanti chi ha fondato Google fu quello di far fruttare gli investimenti. L’idea geniale si rese plateale quando vennero a sapere che un loro possibile competitor, Bill Gross, fondatore di Idealab, stava cercando di far monetizzare una piattaforma denominata Overture, poi acquisita successivamente da Yahoo!. La piattaforma, infatti, nata nel 1996 voleva unire la funzionalità di un vero e proprio motore di ricerca con quello della pubblicità. Ma come? In sintesi quando un utente avrebbe digitato una query di ricerca come, ad esempio, “Wolkswagen”, intrinsecamente avrebbe anche manifestato una volontà latente nel voler acquistare un veicolo della casa automobilistica tedesca.
A questo punto in SERP si sarebbe ritrovato sia gli annunci organici che gli annunci a pagamento veicolati dalla keyword digitata. Tutto ciò ti ricorda qualcosa? Sì, esatto si stavano gettando le basi per la piattaforma di Google Ads, che oggi infatti rappresenta il maggior canale di introiti per Google. Ecco, da una pregevole intuizione, pur copiata, i due dottorandi seppero come rinvigorire le casse della compagnia e rendere un progetto di ricerca universitario, in fase di startup, una vera e propria azienda da miliardi di dollari di fatturato. Il 4 settembre 1998, a Menlo Park, nel garage di proprietà di Susan Wojcicki (attuale CEO di YouTube), si realizzò la nascita di Google. Il resto, come si suol dire, è storia.
Cosa significa Google?
Per te che leggi molto probabilmente il termine Google starà a significare “cercare qualcosa nel web” attraverso dei termini di ricerca. Infatti, l’odierno significato del motore di ricerca ha coniato un nuovo verbo come “Googlare”, il quale sta a significare proprio quello che ho scritto proprio un attimo fa. Ma nel 1997 l’invenzione del nome ebbe tutta un’altra storia, a tratti un po’ più interessante e curiosa. Infatti, in quel frangente il search engine aveva un nome non propriamente appetibile, il quale era Backrub. Successivamente i due inventori di Google scelsero un nome un po’ più accattivante: Googol. Ma da dove proveniva la nuova denominazione?
Nel 1930 questo termine fu coniato dal matematico statunitense Edward Kasner e stava significare un numero ben preciso: 10 elevato alla centesima (1e+100). Invece, per chi ha creato Google il significato assunse un’altra, diciamo, declinazione: si voleva rendere esplicita la quantità di informazioni e contenuti che si potevano estrapolare tra l’infinita mole di siti web presenti nella rete.
Perché i fondatori di Google hanno cambiato il web
Chi ha creato Google, te lo dico con sincerità, ha compiuto un atto per il mondo di internet considerevole, un gesto, potrei dire d’avanguardia, dove tutto era da sperimentare e scoprire. Non solo si riuscì a dare un senso esplicito e organizzato ai risultati di ricerca ma fu possibile implementare uno strumento per accedere alle informazioni in maniera imparziale e con delle direttive di qualità.
Infatti, è emblematica una frase che appare sul sito di About Google che voglio citare in questo articolo affinché sia da ulteriore monito per intendere ancor di più il mondo del più famoso motore di ricerca al mondo. Ve la propongo:
La nostra missione è organizzare le informazioni a livello mondiale e renderle universalmente accessibili e utili.
Personalmente la trovo un capolavoro di sintesi magistrale. Google, è in soldoni, tutto ciò che questa frase vuol veicolare. Una sorta di Treccani digitale dove al centro abbiamo gli utenti, i contenuti, e le informazioni che ricercano per soddisfare i loro bisogni. Una biblioteca di Alessandria per i nostri tempi odierni. Certo, ci sarebbero i discorsi sulla privacy, sui dati, sul tracciamento degli utenti ma sono ambiti che esulano questo articolo ma è giusto citarli per capire che nessuno è infallibile. Comunque, allo stato attuale delle cose, un’azienda del genere non rimarrà mai con le mani in mano e porrà rimedio, lo spero, a qualsiasi problema e critica su determinati argomenti così sensibili per i suoi naviganti.
Chi ha fondato Google ha anche creato il PageRank
Sì, te l’ho accennato parecchie volte: ti ricordi quando ho scritto che Larry Page diede il via, tramite un’intuizione geniale, alla rivoluzione di Google partendo dal fatto che più una pagina ha delle menzioni di qualità sul web più la sua autorevolezza sarebbe cresciuta, ergo anche il suo posizionamento. Anche se velatamente stavo parlando dell’algoritmo di Page Rank, il quale a conti fatti è il primo algoritmo ufficiale del motore di ricerca californiano, il mio pensiero era sempre lì. L’idea primigenia è, sì, opera di Larry (Page –>PageRank) ma è un’opera di ingegneria informatica forgiata a due mani insieme all’altro creatore di Google: Sergey Brin.
Ma in che cosa consiste brevemente questo algoritmo? Te lo starai chiedendo immagino. Il progetto di ricerca del 1997, infatti, prendeva semplicemente spunto dalle menzioni che ricevevano gli articoli accademici o similari all’interno della rete del settore di ricerca universitario. Se un articolo pubblicato riceveva una considerevole quantità di citazioni all’interno di altri contenuti (leggasi anche come backlink), tenendo conto della piattaforma, quel singolo articolo poteva essere considerato autorevole e di qualità.
Questo stesso modus operandi è stato convogliato, con le giuste migliorie effettuate fino ad oggi, all’interno dell’algoritmo del PR, gettando le basi per tutta la struttura di ricerca del motore di ricerca di Mountain View e come quest’ultima può anche gestire le pagine indicizzate all’interno del proprio database. Non credi sia qualcosa di veramente innovativo e estremamente potente dati i suoi risvolti? No? Allora, guarda come funziona la Google Search in questo video.
Google: tra futuro e innovazione
È sempre più chiaro che l’obiettivo di Google nei prossimi anni sia la soddisfazione della ricerca degli utenti, facilitare la modalità in cui vengono ricercate le query anche per comprendere, fino all’osso, quale sia l’intento di ricerca e sfornare risultati veramente utili ai fabbisogni di tutti. L’intelligenza artificiale, insieme a quella neurale, stanno facendo dei passi da gigante per soddisfare i bisogni di cui sopra, lo dimostrano l’avvento dei nuovi algoritmi come Bert (Bidirectional Encoder Representations from Transformers) e Mum (Multitask Unified Model), creati per far collaborare le tecnologie di machine learning e le relazioni contestuali che esistono tra le parole.
Al di là di ogni possibile uso, tutto ciò rappresenta un intenso passo avanti per renderti conto di come la ricerca di Google voglia portare la ricerca verso nuovi orizzonti. Quali? Semplificare e filtrare i risultati per query e domande sempre più complesse soprattutto per ricerche locali tramite Google Maps e adatte per i comandi vocali. Quindi, non sono solo i motori di ricerca ad andare avanti ma è anche la nostra volontà di scoprire nuovi territori che viene esaudita, attraverso l’esplorazione del web attraverso le immagini (vedasi Google Lens) o i video. Faresti un confronto solamente rispetto a vent’anni fa?