SEO: cos’è, come funziona e soprattutto a cosa serve l’ottimizzazione SEO? Il significato della SEO quale sarebbe? Vediamolo subito.
Qui su LorenzCrood.com puoi trovare numerose guide di approfondimento sulla SEO, ma oggi parleremo delle fondamenta delle SEO.
Qual è il significato di SEO?
L’acronimo SEO (ottimizzazione SEO, in inglese “Search Engine Optimization”) si riferisce a quelle azioni utili per raggiungere, migliorare e mantenere una buona visibilità di un contenuto rispetto a tutti gli altri contenuti simili presenti sul web per una determinata query.
Quante probabilità ci sono che l’interrogazione di un utente a un motore di ricerca come Google dia come risultato una pagina (SERP: Search Engine Result Page) in cui il tuo contenuto sia ben in evidenza? Molte se alla base c’è una corretta attività di SEO. Quasi nulle in caso contrario.
Perché la SEO è così importante?
La mia prima risposta è molto semplice: per battere la concorrenza.
Sai da quanti anni il web si riempie di contenuti nuovi ogni giorno? Da quasi trent’anni. Un tempo lunghissimo per un contenitore praticamente illimitato. Se vuoi avere qualche speranza di catturare l’attenzione degli utenti che interrogano i motori di ricerca per specifiche esigenze, ricorrere alle tecniche di SEO è fondamentale. L’alternativa è vagare nella galassia sconfinata di Internet condannati a un oblio eterno.
Ricorrere alle tecniche di SEO vuol dire fare un efficace web marketing, sia che tu intenda vendere qualcosa, sia che voglia semplicemente condividere e dunque dare un senso al lavoro che hai fatto nel creare un contenuto web.
Il secondo motivo è che la SEO è un canale di promozione Inbound, cioè intercetta gli utenti nel momento stesso in cui sono loro stessi a cercare attivamente una soluzione a qualche loro problema o quesito.
Un utente effettua una ricerca quando vuole lui; le pubblicità invece compaiono anche quando non si è interessati al prodotto sponsorizzato e quando non si vuole essere infastiditi.
Con la SEO, che è gratuita, è l’utente stesso a scegliere proprio noi tra tanti altri.
Perché lo fa? Perché siamo più in alto nella classifica di Google e soddisfiamo al meglio il suo intento di ricerca: molto probabilmente avremo una pagina con dei contenuti migliori di chi ha una posizione inferiore alla nostra.
Come si fa la SEO?
Le strategie e le pratiche di ottimizzazione SEO sono tantissime e riguardano i tanti aspetti di un sito web, dalla struttura HTML alla gestione dei link.
Nello specifico, l’attività SEO si divide principalmente in 3 macro-categorie aree:
- SEO On-Page
- SEO Off-Page
- SEO tecnica
Con il termine On-Page SEO si intende tutto l’insieme di strategie di ottimizzazione messe in pratica all’interno delle pagine del sito da posizionare nella SERP. Di questa macro-area fanno parte, ad esempio, l’attività di ottimizzazione SEO del codice HTML e l’ottimizzazione dei contenuti del sito web.
E qui è doveroso aprire un capitolo di cruciale importanza per l’ottimizzazione SEO: la scelta delle keyword (o parole chiave), il cui processo è chiamato keyword research.
Il funzionamento delle famose keywords
È questo sicuramente il primo passo per una corretta SEO: concentrarsi sulla scelta della migliori chiave da utilizzare. Esistono degli strumenti tecnici di supporto in questa attività, ma un buon ragionamento resta sempre alla base di tutto. Vediamo perché.
Iniziamo col dire che un buon posizionamento su Google non è direttamente proporzionale a un testo imbottito di keyword troppo generiche, che avranno senz’altro un elevato volume di ricerche ma anche molta concorrenza e, quindi, scarse possibilità di successo.
Senza parlare del fatto che un testo in cui si ripetono ossessivamente sempre le stesse parole andrà certamente a infastidire il lettore.
Secondo la teoria della coda lunga (long tail keywords), è preferibile scegliere parole chiave specifiche, con meno volume di ricerche ma anche meno concorrenza e, quindi, con tasso di conversione maggiore.
In altre parole, si fa notare di più una persona vestita e accessoriata secondo i dettami della moda da capo a piedi o quella che indossa qualcosa di unico e particolare, che nessuno possiede o ha mai pensato di prendere in considerazione? Come puoi vedere, anche nel mondo virtuale valgono gli stessi principi del mondo reale.
L’originalità paga sempre, ma a patto che non sia chiassosa e artificiosa.
Tornando alle parole chiave, bisogna stare bene attenti a dove inserirle. La loro comparsa è assolutamente essenziale e strategica in alcuni elementi, quali ad esempio il Tag Title, la Meta Description, i Tag Heading e l’Alt Text delle immagini.
Di cosa stiamo parlando? Niente paura: facciamo un piccolo stop esplicativo:
- Il Tag Title è quel codice che specifica al motore di ricerca il titolo di una determinata pagina. Anch’esso, affinché sia ottimizzato, deve essere sintetico e includere le keyword. 55, massimo 60 battute saranno più che sufficienti. Decisamente da evitare strilli e sensazionalismi. Gli utenti non sono stupidi.
- La Meta Description è la frase introduttiva (snippet) di 160 caratteri circa (in realtà la misurazione è in Pixel) che appare nella SERP sotto ogni indirizzo web restituito dal motore di ricerca. Alias un’importantissima carta da giocarsi per attrarre il lettore e convincerlo a cliccare proprio su quella pagina e non sulle altre. Attenzione però: la Meta Description deve essere coerente con il contenuto che anticipa, altrimenti non vale. I trabocchetti funzionano solo una volta e hanno vita breve: il pogo sticking ti farà perdere posizioni.
I Tag Heading sono titoli e sottotitoli (H1, H2, H3…), che contribuiscono a chiarire il contenuto della pagina stessa sia agli utenti che al motore di ricerca e conducono l’utente attraverso una lettura fluida e razionale del testo. Lo aiutano a incasellare mentalmente le informazioni e tengono anche conto del dispositivo di lettura. Un buon utilizzo dei Tag Heading fa la gioia del lettore e del motore di ricerca.
L’Alt Text (testo alternativo) è un breve testo che spiega un immagine, una sorta di didascalia che aiuta il browser nella sua attività di catalogazione nonché i non vedenti a sapere di che immagine si tratta. In merito alle immagini apriamo una piccola parentesi: devono essere coerenti con il testo e tra altre immagini eventualmente presenti nel testo, devono essere di buona qualità, acquisite legalmente, e cioè o di proprietà dell’autore o regolarmente acquistate. Scopiazzare e rubacchiare è scorretto e controproducente. Un’ultima cosa: le immagini devono essere leggere. Un sito pesante non piace a Google e non piace agli utenti.
Ottimizzazione dei contenuti: SEO Copywriting
Un altro aspetto decisivo per il buon posizionamento di un sito web è l’ottimizzazione dei contenuti. La prima cosa da sapere a riguardo è che scrivere bene è una condizione indispensabile ma non sufficiente. Ma partiamo prima dallo “scrivere bene” e vediamo, a grandi linee cosa significa:
- Scrivere in maniera autentica, cioè unica e originale. Copiare è da furbetti, non da intelligenti.
- Un buon contenuto deve avere uno scopo preciso: vuole insegnare qualcosa? Che lo faccia bene! Vuole dare informazioni? Che siano esatte! Vuole farsi leggere? Che sia interessante!
- Bisogna essere autorevoli. La non attendibilità può essere frutto di copia e incolla selvaggi, di superficialità o di mancanza di fonti a loro volta autorevoli. Per diventare autorevoli bisogna costruirsi un brand forte capace di durare nel tempo.
- Bisogna essere user friendly: conoscere a memoria la Divina Commedia è senz’altro una cosa bellissima, ma pretendere di farlo sapere a tutti, un po’ meno. Scrivere di quel che si sa, non basta. Bisogna entrare in empatia con il lettore, senza spocchia. Capire che bisogna essere sintetici, arrivare subito al cuore dell’argomento. La maggior parte delle persone che fanno una ricerca su Internet vogliono avere la risposta subito e vogliono che sia concisa… Altrimenti comprerebbero un saggio.
Appurato come deve essere un contenuto ben scritto, passiamo alla sua ottimizzazione. Perché un buon contenuto per essere tale deve essere anche SEO oriented. Cosa significa? Significa che, dopo aver soddisfatto i requisiti di cui sopra, dovrà dedicare una particolare attenzione alla distribuzione delle parole chiave.
Secondo alcuni un testo scritto naturalmente bene conterrà di per sé le parole giuste per ingraziarsi i motori di ricerca. Questo è vero solo in parte. Sappiamo che la “bella scrittura” in senso classico evita di riutilizzare la stessa parola più volte, piuttosto si affida a sinonimi, perifrasi e circonlocuzioni.
Un testo SEO prevede invece una ripetizione ritmica e armoniosa delle keyword avendo cura di non disturbare il lettore. È compresa nell’attività di SEO copywriting anche il corretto utilizzo dei titoli, la buona impaginazione, la suddivisione in paragrafi e l’attenzione al dispositivo su cui presumibilmente gli utenti leggeranno quel contenuto.
Sappi che in realtà molti dicono che non esista il SEO Copywriting (è solo un’invenzione per cui si intende la scrittura pensata per il web con un’attenzione per l’utente e la SEO), esiste solo il saper scrivere in modo utile per gli utenti.
Sì e no: è vero che il termine è inventato e non significa molto, ma è anche vero che alcuni accorgimenti nei contenuti di un sito permettono di ottenere buoni risultati. Ad esempio l’usare keyword in parti strategiche del testo come ti ho mostrato prima.
A tal proposito ti segnalo queste tecniche SEO e “8 modi per creare contenuti di qualità per un blog“.
Aggiornare in modo abbastanza costante i contenuti è una ottima strategia SEO perché fondamentalmente permette agli utenti di avere sempre informazioni aggiornate e valide: è una tecnica che uso per portare ad esempio gli articoli posizionati in seconda pagina nelle prime posizioni.
La SEO Off-Page
Al buon posizionamento di un sito contribuiscono anche strategie e pratiche esterne a esso: una sapiente architettura di link (link building) sarà di grandissimo aiuto.
Stando ai gradimenti di Google le pagine web più linkate siano le più meritevoli e importanti. Non è questo però solo un aspetto numerico: il motore di ricerca, infatti, prende in considerazione anche l’affidabilità delle pagine di provenienza dei link.
Ma non è finita qui: Google apprezza particolarmente anche la spontaneità dei link.
Questo concetto si discosta da quello di link building e prende il nome di link earning. Vediamo la differenza: il primo prevede anche modalità un po’ forzate, come lo scambio di link e lo spam.
Il secondo scaturisce semplicemente dall’apprezzamento del pubblico. Capirai facilmente che né Google né gli utenti apprezzano una politica di link building spregiudicata.
Anche in questo caso naturalezza batte artifici uno a zero.
La SEO tecnica

La SEO tecnica – clicca sull’immagine qui sopra per leggere la guida completa e capire meglio cos’è – comprende appunto tutti gli aspetti tecnici di un sito e andrebbe fatta prima di qualsiasi altra forma di SEO (OnPage o OffPage).
Ecco perché la creazione di un sito dovrebbe già comprendere un’ottimizzazione SEO tecnica, o comunque dopo che è stato sviluppato dovrebbe essere ottimizzato tecnicamente il prima possibile.
Alcuni miglioramenti di technical SEO ovviamente vanno svolti anche nel tempo, tipo la rimozione dei link rotti, redirect 301 in caso di pagine con URL cambiato, internal linking, canonical da cambiare e sistemare e tanto altro (questi sono giusto degli esempi).
Approfondisci di più: scopri cos’è e come fare technical SEO.
Gli strumenti utili per fare SEO
Restando in tema di aiuti che ci possono venire incontro nella SEO, dedichiamo un attimo di attenzione ai cosiddetti SEO tool, e cioè i ferri del mestiere per chi fa SEO.
Ne esistono tanti, sia gratuiti che a pagamento (Google Analytcs, Search Console, Google Keywords Planner, Answer the Public, SEMrush…). Alcuni sono molto utili e ben concepiti, altri meno. Ma per tutti vale sempre lo stesso principio: un pessimo scultore non verrà agevolato da uno scalpello d’oro.
Prima di decidere quale può essere il migliore per te dovrai avere ben chiare le finalità del tuo lavoro, dovrai avere la massima padronanza di ciò che stai scrivendo e del pubblico che puoi raggiungere. Soltanto dopo potrai addentrarti nel meraviglioso mondo di questi simpatici giocattoli, perché soltanto a questo punto potrai discernere quali possono essere davvero utili e quali vale la pena di acquistare se non sono gratis.
Il ruolo dell’esperienza utente nella SEO
Un ultimo doveroso cenno va fatto alla user expierence che letteralmente vuol dire l’esperienza degli utenti, ma di fatto è un concetto molto più ampio che presupporrebbe anche nozioni di psicologia sociale. In mancanza di queste (che si fa sempre in tempo ad acquisire), buon senso, acume e curiosità aiutano.
Ebbene lo studio della user expierence è un viaggio attraverso le esperienze di chi ha provato un determinato prodotto o servizio per cercare di comprenderne tutti gli aspetti. È una sorta di investigazione, comprensione e compenetrazione degli obiettivi, delle aspettative e del livello di soddisfazione degli utenti in relazione a una determinata ricerca.
A che serve? Innanzi tutto perché senza una buona conoscenza del pubblico di riferimento, che senso ha proporre il proprio contenuto? Se non ti interessa la sua opinione vuol dire che la tua è una proposta unidirezionale.
Faresti prima ad andare in cima a una collina e urlare al vento ciò che hai da dire. Ma soprattutto serve a tenere bene a mente che dietro schermi, numeri e indici ci sono persone. Sembra scontato, ma non lo è.
Conclusioni: approfondire la SEO
Concludendo possiamo affermare che una SEO efficace si verifica laddove si incontrano felicemente un’adeguata conoscenza tecnica e di marketing (cosa che puoi acquisire qui sul blog o su altri SEO blog con studio e buona volontà oppure delegare) e dei buoni contenuti.
Ecco alcune risorse utili per approfondire la SEO:
- La mia newsletter gratuita
- Glossario SEO
- Libri SEO
- Tecniche SEO
- Strumenti SEO
- Corso DeepSEO
- Prodotti SEO
- Servizi SEO
- SEO tecnica
Alla prossima, grazie dell’attenzione!