Con questo articolo vado a toccare un argomento conosciuto solo dagli Affiliate Marketers abbastanza esperti. Infatti non sono molti i siti che tentano di nascondere i links di affiliazione (pratica comunemente definita “cloaking”) e ciò lo noto praticamente almeno ogni giorno.
Eppure dovrebbe essere all’ordine del giorno.
Chi non tenta di nasconderli non si rende ovviamente conto del rischio (piuttosto elevato) che sta correndo.
Per cui entriamo subito nei dettagli, descrivendo i pericoli di cui nemmeno sospettavi l’esistenza fino ad oggi. Non perchè sia un male a priori, ma sappi che stai giocando con le braci sotto molti aspetti.
Ecco tutti i motivi per cui devi assolutamente iniziare ad attuare questa buona pratica:
1# Ci Sono Molti Più St***** in Giro di Quanto Immagini
E non dire che non l’hai mai fatto anche tu di semplificare l’URL affiliato di un tuo competitor per poi andare ad acquistare il prodotto/servizio in questione.
Si tratta di una vera e propria ingiustizia, ma è piuttosto diffusa come cosa.
In fondo, se uno promuove servizi che ha già testato e che raccomanderebbe anche ai suoi amici, non c’è nulla di male a promuoverli con degli affiliate links.
Il problema sorge solo quando un blogger/marketer promuove il servizio con la commissione più alta e remunerativa senza nemmeno averlo mai provato di persona.
In tutti gli altri casi gli affiliate links non sono una brutta cosa.
Ma come fanno i lettori a sapere le intenzioni di chi scrive?
Per non lasciarci scappare quegli utenti nuovi che non si fidano ancora di noi perchè magari son finiti sul nostro sito per la prima volta e a causa di questa procedura diffusa da parte degli utenti di “sabotare” (consciamente o inconsciamente) chi sponsorizza tramite affiliazione alcuni prodotto è diventato molto meglio nasconderli.
A volte, chi cerca di aggirare i nostri link non lo fa neanche perchè non gli siamo simpatici, ma semplicemente perchè non si fida del nostro consiglio. Crede che siamo dei raccomandati.
2# Potresti Beccarti una Penalizzazione da Google (se esageri)
Google non vede di buon occhio gli affiliate links. Perlomeno non quando ve ne sono troppi.
Diversamente da quanto mi sarei aspettato, Matt Cutts ha fatto capire che gli algoritmi di Google sono abbastanza permissivi nei confronti delle affiliazioni, e che al massimo basta aggiungere il “nofollow”. Sul blog ufficiale di Google troviamo invece indicazioni un po’ più restrittive…
https://twitter.com/JohnMu/status/1224704243543814144
Se vuoi approfondire ti consiglio questo articolo del Search Engine Journal.
La verità è che noi non possiamo sapere se Google considera gli affiliate links come fattore SEO negativo. Matt Cutts non è affatto affidabile e ciò è piuttosto risaputo. Per i black hat come me poi a volte le spara davvero grosse (vedi sulla campagna del terrore che da anni sta portando avanti sui PBN).
Io sarei pronto a scommettere che in realtà Google tenda a declassare i blog con link da affiliazione come meno autorevoli (per lo meno quelli con più di un tot di link per pagina) dei blog che non ne hanno, perlomeno in alcune nicchie di mercato.
Se invece parliamo di recensioni o comparazioni allora ovviamente non ci sono problemi, ma se si tratta di un contenuto generato palesemente per vendere un certo prodotto/servizio in affiliazione – magari anche generato automaticamente – è ovvio che non andrà molto a genio a Google.
Un’obiezione potrebbe essere: “Sì, ma questo non centra con i link affiliati, centra con la qualità del contenuto“.
Hai ragione, non è una relazione di causa-effetto, ma più una concausa. Un sito con tanti link affiliati è più probabile che abbia contenuti di bassa qualità, ma non sempre.
I giornali per esempio non hanno bisogno di ricorrere a tale sistema di monetizzazione.
Per questo Google ce l’ha specialmente con i piccoli money sites, blog che consigliano i prodotti che gli permettono di arrotondare al meglio lo stipendio a fine mese (e che quindi non pensano troppo al valore aggiunto per l’utente).
Non è la prima volta che un sito viene penalizzato perché conteneva troppi link provenienti dal sistema di affiliazione di Amazon, tanto per citare il più famoso.
Anche a me è capitato di aiutare qualcuno con problemi del genere, che avevano fatto penalizzare il suo sito.
Ad ogni modo, che tu voglia credere a Matt Cutts o no, son tutti d’accordo sul fatto che per stare tranquilli bisogni aggiungere il nofollow, per evitare che Google pensi ad uno schema di link.
E per non doverlo fare manualmente su ogni singolo link, basta affidarsi a dei plugin appositi che svolgono questo lavoro per noi.
Update: video di Google
3# Sono Più Eleganti Alla Vista
Sicuramente è molto meglio avere un link simile a questo: https://www.lorenzcrood.com/go/prodottoaffiliato
Rispetto che quest’altro: https://www.prodottoaffiliato.com/index.htm?afcode=747c7a4550f82ce1604c08766c1953fd
In questo modo non c’è il pericolo di spaventare l’utente medio, quello che non sa nulla di affiliazioni, ma si lascia spaventare facilmente da un link più lungo e complesso del solito a cui associa virus e malware in cui è già incappato.
4# Puoi Tracciarli e Fare A/B Testing
Con gli appositi plugin per WordPress puoi ottenere un altro vantaggio non da poco: tracciare i click sui links accorciati.
In questo modo puoi fare A/B testing e vedere quali sono i servizi a cui i tuoi lettori sono più interessati e perciò quelli su cui dovresti puntare.
Tanto per parlare un po’ più tecnicamente e farti comprendere meglio quello di cui parlo, sappi che in tempo reale puoi sapere:
- Quanti clicks ha ricevuto ogni link affiliato (testuale, o legato ad una immagine)
- A che ora è stato cliccato
- Da quale pagina (referrer) arriva il click
- Da quale indirizzo IP è stato cliccato
A colpo d’occhio hai davanti i click giornalieri ottenuti da tutti i link nell’ultimo mese, ma puoi avere anche un report per ogni singolo link affiliato, e volendo scaricare tutti questi dati in formato CSV per elaborarli comodamente con Excel.
Personalmente questo è il mio piano d’azione (non proprio White Hat) per tutti i money sites con i quali guadagno grazie alle affiliazioni:
- Cerco di inserire un affiliate link ad ogni prodotto di cui parlo in un post (ovviamente se essi hanno un programma di affiliazione)
- Elimino completamente i links con pochi click/quelli di quali non ho generato nessun guadagno. Links affiliati di troppo danno solo fastidio.
- Lascio gli altri (che solitamente sono solo 1/2 per articolo)
- Mi concentro su quei servizi che generano commissioni e cerco di trovarne altri simili (da inserire in quel post o nei prossimi)
Non sto poi qua a spiegare i vantaggi dei test per chi fa Affiliate Marketing con l’advertising – o più semplicemente traffico a pagamento, come quello di Facebook Ads o Google Google Ads (ex AdWords) – perchè son evidenti. Qua non si tratta di inserire link affiliati a caso, ma specificarsi su pochissimi, specifici, profittevoli e scalabili.
Vuoi saperne di più riguardo a questo duo: Affiliate Marketing + Paid Advertising? Leggi questa guida completa.
5# Non Sei Soggetto a Link Hijacking
Il link hijacking è una pratica Black Hat che consiste nel dirottare i link.
Di cosa si tratta? In pratica il malfattore, tramite un apposite codice, cambia il tuo link affiliato col suo. In questo modo sfrutta il tuo traffico e tutte le commissioni andranno a lui.
Guida Completa Alla Pratica Della “Link Cloaking”
Ci sono solo 2 passaggi da fare:
- Scaricare e installare un plugin per creare dei redirect 302 o 307 (non cambia nulla)
- Impostare tali link come nofollow o sponsored
1. Installa Un Plugin Gratuito
Scommetto che conosci Pretty Link, vero? Si tratta del plugin più famoso ideato per questo scopo, di cui esiste sia la versione Lite che quella Pro (a pagamento).
In realtà alla maggior parte dei blogger che vogliono guadagnare grazie alle affiliazioni basta la versione Lite, solo che tutti i SEO che fanno un articolo come questo che stai leggendo proprio ora vogliono (ironia della sorte) guadagnare sull’affiliazione sulla versione Pro eheh 😉
Ecco le differenze tra le due versioni: probabilmente, a meno che tu non sia un Affiliate Marketer di livello avanzato capirai solo metà delle features in più.
Io mi affido ad un altro plugin che è una via di mezzo tra Pretty Link Lite e Pretty Link Pro, solo che è gratis.
Se hai dei siti affiliati ed è una tua importante fonte di entrata o vuoi ottenere risultati migliori invece ti consiglio il plugin Lasso che ho recensito qua, che permette tra le tante cose anche di fare il cloacking dei link affiliati (se leggi la recensione scopri perché ti fa guadagnare di più).
Si chiama WP Affiliate Linker ed è molto efficace e veloce nei redirect (è fondamentale).
In più puoi importare i tuoi link di affiliazione da altri plugin, se li avevi già installati:
- Pretty Link Lite
- ThirstyAffiliates
Ok, ora vediamo come devi impostarlo dopo che l’hai installato:


2. Modifica il File Robots.txt
Per farlo non serve nemmeno andare a lavorare sul server o tramite FTP, che a volte capita che nemmeno esista e lo devi creare da te, magari sbagliando la sua posizione…
Presumo tu abbia già installato Yoast SEO, no? Ecco, vai nella sezione Tools > File editor e da lì lo puoi modificare con comodità.
Se invece non sai a cosa serve il file robots.txt e come si imposta, leggi questa guida prima di continuare.
Se invece non hai Yoast installato e preferisci un altro plugin per la SEO, ti basta installare questo plugin, creato apposta solo per modificare il file robots.txt.
Come vedi, io ho inserito che non voglio che Google consideri la cartella “mattcutts”.
Se vuoi vedere il mio robots.txt ti lascio il link: https://www.lorenzcrood.com/robots.txt
In più per comodità te lo incollo anche qui, così puoi trarne spunto. Le parole in blu sono quelle che devi modificare.
User-agent: *
Disallow: /wp-admin/
Disallow: /wp-includes/
Disallow: /mattcutts/
Disallow: /wp-content/plugins/
Disallow: /wp-content/themes/
Allow: /wp-includes/js/jquery/
Allow: /wp-includes/js/mediaelement/
Allow: /wp-includes/images/
User-Agent: Googlebot
Allow: .js
Allow: .css
# puoi anche personalizzare il tuo file robots.txt (guarda il mio per esempio, trovi il link sopra)
Sitemap: https://www.lorenzcrood.com/sitemap_index.xml
Puoi vedere quello di qualsiasi sito, basta che aggiungi alla fine del dominio la stringa “/sitemap.xml” o “sitemap_index.xml”. Si tratta di un modo semplice che ho usato anche in passato per capire anche quanto il proprietario di un sito se ne intendesse di SEO eheh…
Spero che il mio articolo ti sia stato utile!
Ciao Lorenzo! Dagli ultimi aggiornamenti sembra che Google possa decidere di ignorare il nofollow. Il rischio degli schemi di link è quindi molto più alto. E se per ovviare al problema, il sito B, che ha un link dal sito A, anziché linkare A in maniera diretta, lo linka con un link generato da Facebook? Sai, copiando l’URL di un post su FB e usando quello. Pensi che Google lo vedrebbe comunque come uno schema di link?
Ciao Federico, è esatto.
“Il rischio degli schemi di link è quindi molto più alto” in che senso? Gli schemi di link hanno link dofollow, altrimenti non li farebbero nemmeno.
Usare link abbreviati non cambia nulla comunque.
Veramente un articolo utilissimo. Mi è servito molto.
Mi fa molto piacere Kyle!
Ciao Lorenz sono sempre Federica, mi sto leggendo tutti i tuoi articoli e qui ho un dubbio riguardo il file robots, ci sono alcuni che dicono di iniziarlo così:
User-agent: *
Disallow:
Disallow: /wp-admin/
Disallow: /wp-includes/
ecc.. ecc..
Cioè con un Disallow in più vuoto, tu invece non lo fai, perchè?
Poi siccome il tuo robots mi pare molto ben fatto anche per dire a google quali sono le cartelle inutili da indicizzare con doppioni creati da wordpress lo vorrei utilizzare integralmente, ma vorrei sapere cosa ci stanno a fare queste diciture:
User-agent: haters
Disallow: /
User-agent: tuamamma
Allow: /
Grazie in anticipo perché so che sei gentile e mi risponderai.
Federica.
In realtà io non l’ho mai visto un disallow senza niente, e comunque non ha senso metterlo.
Quelle righe sono una trollata 😛
Però anche se le metti non cambia nulla, come vedi: https://www.lorenzcrood.com/robots.txt
Ciao Lorenzo, ti devo fare una domanda che non c’entra con l’articolo (pardon!)
Come si chiama il plugin che utilizzi per gli articoli più letti?
Grazie in anticipo!
Lorenzo
Figurati! Si chiama Popular Posts Bar Widget e lo puoi comprare su CodeCanyon per soli €10: https://codecanyon.net/item/popular-posts-bar-widget/115225
Te lo consiglio, perchè è davvero carino e fa bene il suo lavoro di attrarre l’attenzione 😉
Ahhh Santissimo Iddio…Grazie Lorenzo (bel nome, te lo hanno mai detto?)
Lo avevano tolto dal commercio tempo fa (perché poi?)
Sto valutando l’acquisto 😉
Lorenzo
No, sei il primo ahah! 😀
Però non ho capito a cosa ti riferisci quando dici che “l’avevano tolto dal commercio”… Potresti precisare, ho una vaga idea ma non son sicuro…
P.S. L’ultimo membro di StreamInc non se n’è pentito 😉
Ben vengano i momenti di pausa con questi articoli!
Queste informazioni mi saranno sicuramente utili 🙂
Mi fa davvero piacere, Maria!
Ciao Lorenzo e complimenti per il blog, volevo farti 2 domande:
1. per i link affiliati in ottica seo è meglio il redirect 302 anziche 301? cioè non deve essere permanente? perchè vedo che molti consigliano il 301
2.Il disallow inserendo lo slug (nel tuo esempio mattcuts) dopo il dominio è possibile farlo anche con pretty link lite?
grazie
1. Molto meglio il redirect 302 o il 307 (che sono temporanei), piuttosto che il 301 (permanente), per non dare a Google alcuna chance di passare autorità tramite il link d’affiliazione
2. Certamente, Marco, solo che siccome non consiglio Pretty Link non l’ho specificato
Spero di averti chiarito eheh 😉