Se non fossi propriamente un novellino rispetto le tematiche SEO, l’argomento principale di questo articolo ti potrà apparire, come dire, un po’ datato o lontano da quei aggiornamenti di settore ritenuti più freschi e interessanti. Da un certo punto di vista questo tipo di approccio potrebbe essere sbagliato e infatti, secondo me, lo è. Perché dico questo? Perché il PageRank di Google è vivo e lotta insieme a noi. Certo, non lo fa proprio alla luce del sole, come ai suoi esordi, ma è sempre lì operativo tra le maglie degli algoritmi di Google e rappresenta uno dei duecento fattori di ranking attualmente conosciuti e resi pubblici dal colosso informatico di Mountain View.
Per anni il PageRank ha rappresentato il parametro di ranking più importante preso in considerazione dagli specialisti della Seo e/o dai webmaster, tuttavia col tempo, ahimè, ne è stato fatto un abuso indiscriminato, venendo manipolato e scolpito con delle tecniche di Seo Black Hat non proprio pulite e chiare agli occhi di Google. Ne è derivata, quindi, un lenta ma inesorabile dismissione pubblica, soprattutto per quanto riguarda la Google Toolbar (di cui parlerò più avanti), “soppressa” definitivamente il 10 dicembre 2021 dopo vent’anni di onorata carriera.
Ma andiamo per gradi. In questa sede voglio soffermarmi insieme a te, analizzando il Page Rank, cercando di capire cos’è, a cosa serve, le sue funzioni e come aumentarlo al fine di migliorare il ranking del tuo sito o di qualche altro tuo progetto. Inoltre, cercherò di scandagliare alcuni argomenti satellite attorno al PR e cercherò anche di farti capire se un parametro del genere ha ancora un senso al giorno d’oggi.
Un panorama storico del PageRank di Google
La celebre e operosa vita del PageRank compie i primi passi sin dal 1996 ma è all’Università di Stanford, in California, il 1° settembre del 1998, che nei fatti prende forma, quando Larry Page e Sergey Brin presentano l’abstract del progetto intitolato “The Anatomy of a Large-Scale Hypertextual Web Search Engine“, in poche parole Google. All’interno del paper viene spiegata minuziosamente l’architettura principale del motore di ricerca e di come avrebbe funzionato ipoteticamente a breve, infatti si fa riferimento all’indicizzazione, alla scansione del web e alla digitazione delle query per la ricerca di documenti o pagine. Ovviamente viene analizzato anche il PageRank e il suo collegamento intrinseco al funzionamento stesso di Google, il quale nel paper viene descritto così:
Il motore di ricerca di Google ha due importanti caratteristiche che lo aiutano a produrre risultati di alta precisione. In primo luogo, utilizza la struttura dei collegamenti del Web per calcolare un ranking di qualità per ciascuna pagina Web. Questa classifica è chiamata PageRank…
In secondo luogo, Google utilizza il collegamento per migliorare i risultati di ricerca. […] Il grafico delle citazioni (link) del web è una risorsa importante che è rimasta in gran parte inutilizzata nei motori di ricerca web esistenti. Abbiamo creato mappe contenenti fino a 518 milioni di questi collegamenti ipertestuali, un campione significativo del totale.
Queste mappe consentono di calcolare rapidamente il “Page Rank” di una pagina web, una misura oggettiva della sua importanza di citazione che ben corrisponde all’idea soggettiva di importanza delle persone. A causa di questa corrispondenza, PageRank è un modo eccellente per dare la priorità ai risultati delle ricerche di parole chiave web.
Per gli argomenti più popolari, una semplice ricerca di corrispondenza testuale limitata ai titoli delle pagine Web funziona in modo ammirevole quando il PageRank dà la priorità ai risultati (demo disponibile su google.stanford.edu ). Per il tipo di ricerche full-text nel sistema principale di Google, PageRank è anche di grande aiuto.
L’idea fondante, la quale fece la differenza rispetto ai motori di ricerca esistenti all’epoca, ad esempio Yahoo! e Altavista, era quella di tener conto delle citazioni della pagine di un sito nel web, ispirandosi alle citazioni ottenute dai paper all’interno dei database del mondo accademico. Nel world wide web invece le citazioni stanno per i link, quindi più una pagina è linkata da fonti autorevoli e di qualità più la sua autorità è alta agli occhi del motore di ricerca.
Attualmente, detta in altre parole, ma con i dovuti distinguo: più la pagina di un sito riceve link da altre da pagine o domini di alta qualità e autorità più il suo page rank sarà alto, ovvero è semplicemente avvenuta un’ottima link building. Tuttavia il concetto di PageRank non può esaurirsi in tal maniera. Quindi, il suo funzionamento è ben più complesso e articolato e cercherò di spiegartelo tra pochissimo. Continuiamo.
Cos’è e come funziona il PageRank
Il PageRank è fattivamente un algoritmo che determina la qualità e l’importanza di una pagina nel Web (e non solo) e la sua capacità di posizionarsi, più o meno, in alto sulla Serp di Google per una determinata query di ricerca.
Quindi, ribadiamolo, più una pagina ha un profilo di backlink di alta qualità più essa stessa assumerà peso e rilevanza per il posizionamento organico in un motore di ricerca. In altre parole povere Google prende in considerazione la qualità e la quantità delle citazioni effettuate dagli altri siti nei confronti di una pagina o delle pagine del tuo sito.
Un parametro siffatto ti fa capire come il motore di ricerca californiano premia quei siti o pagine dove vige un’alta considerazione di qualità verso i contenuti, questo vuol dire che Google indicizzerà quasi sempre quelle pagine che possano dare all’utente un valore aggiunto, anche alla luce dell’intento di ricerca. Tuttavia, ad oggi, non puoi affermare con sicurezza quali evoluzioni negli anni abbia effettuato il PageRank ma hai sempre come base di partenza l’algoritmo madre già citato, implementato nel 1998.
Comunque, per capire come funziona semplicemente il PR puoi immaginare che a una pagina denominata A arrivino cinque link/citazioni in entrata. A ognuno di quei link, ovviamente, corrispondono delle pagine, con il loro relativo punteggio di PR, le quali chiamerai per facilità B, C, D, E e F. Metti il caso che ogni pagina abbia un punteggio di PR di 2, quindi a questo punto la pagina A riceve un PR di 10. In pratica dovrebbe essere così ma ci sono altre variabili che ci possono permettere di calcolare il PageRank in maniera più precisa. Come? Lo vediamo subito.
Come calcolare il Google PageRank?
Il Google Page Rank è quantificato attraverso una scala logaritmica da 1 a 10. I tre fattori principali che venivano o che possibilmente vengono ancora presi in considerazione da Google per calcolare il PR sono:
- la qualità e la quantità delle pagine con link in entrata;
- il numero di link in uscita di ogni pagina che presenta almeno un link in entrata;
- il rank page di ogni pagina che presenta almeno un link in entrata.
Ecco, questi erano i fattori principali primigeni per come fu implementato l’algoritmo di Page e Brin. A tutt’oggi possiamo affermare che il PageRank indica anche la probabilità che un utente arrivato per caso sul tuo sito continui a navigare nel tuo sito o al di fuori di esso cliccando sui link che si trovano sulla pagina. Questo modello di probabilità si chiama Reasonable Surfer Model e può venirti incontro perché rende più chiaro il concetto che:
Il modello Reasonable Surfer è un aggiornamento dell’originale Random Surfer Model di Google. Esamina diverse probabilità che coinvolgono la probabilità che una persona possa fare clic su collegamenti specifici in base alle caratteristiche associate a tali collegamenti.
Tali probabilità possono determinare quanto è probabile che qualcuno possa fare clic su quei collegamenti. Ad esempio, la quantità di PageRank che un collegamento potrebbe trasmettere si basa sulla probabilità che qualcuno faccia clic su un collegamento.
Ad oggi, invece, il Pr è influenzato attraverso svariati fattori, più o meno conosciuti, come:
- le pagine in entrata e uscita rispetto la pagina di riferimento;
- la struttura e le proprietà linguistiche intrinseche della pagina;
- il comportamento degli utenti relativo all’interesse, indice di gradimento e numero di volte che i collegamento sono stati cliccati;
- la quantità di link presenti nella pagina da cui riceviamo un link in entrata. Infatti, più link esterni presenta una pagina meno sarà il punteggio di PageRank che potrà veicolarci;
- la pertinenza degli argomenti tra la pagina citante e quella che riceve il link. Questo è un fattore molto importante perché più link pertinenti si ricevono sullo stesso argomento più l’autorevolezza del tuo sito aumenterà per questo determinato argomento.
La formula del PageRank
La formula del PageRank è basata sulla Link Popularity ma ampiamente rivista e corretta in alcuni suoi punti ma tuttavia il concetto di partenza rimane sostanzialmente simile. Per comprendere appieno il significato della formula è opportuno entrare nel nucleo fondante del suo concetto. Infatti, se la tua pagina A offre un link alla pagina B, il motore di ricerca riterrà che – secondo A – la pagina B è rilevante.
Quindi, se B dovesse ricevere link non solo dal tuo sito A ma anche da molti altri siti web, il suo livello di popolarità aumenta agli occhi di Google e quindi molto probabilmente tenderebbe ad assumere delle posizioni migliori nella Serp per determinate chiavi di ricerca. Ecco qui il concetto di Link Popularity. Invece con il PageRank Google ha introdotto una variabile in più: il valore non solo del link, ma anche della pagina che offre il link e della pagina che lo ottiene.
La formula del PageRank PR(A)=(1-d) +d(PR(T1) /C(T1) +…+PR(Tn)/C(Tn)) considera il valore di ogni pagina linkante riproponendo un passaggio di valore tra link e pagine che ottengono i link. Per l’esattezza, la spiegazione della formula è facilmente intuibile: PR(A) è il PageRank della pagina da calcolare.
Il suo valore si ottiene sommando i rapporti tra i Rank Page (PR) delle pagine (T), i quali hanno un link verso la pagina A (PR(T1) …PR(Tn)) e i link in uscita (C) dalle pagine T (C(T1) …C(Tn)). La somma che si viene a ottenere è da moltiplicare per d, quantificato tra 0 e 1, il quale rappresenta un fattore di smorzamento con un valore medio di 0.85. Comunque, il valore di A dipende dal numero e dal valore delle pagine dei siti che linkano e dal numero di link in uscita che la pagina linkante ospita.
Cos’è Google Toolbar, a cosa serviva e perché è stata ritirata
L’ultimo aggiornamento della Google Toolbar risale al fatidico dicembre del 2013 e dal quel periodo non vi sono stati aggiornamenti utili da parte di Google. La toolbar in questione era installata inizialmente sulla barra degli strumenti di Internet Explorer e successivamente anche su Mozilla Firefox.
La sua funzione era quella di indicare, con un punteggio da 1 a 10, il Page Rank di una pagina relativo al numero di link in entrata e alla loro qualità. Erroneamente, però, i professionisti di settore abusarono del suo uso, forzandone anche la sua interpretazione, portando Google a chiuderla definitivamente col passare degli anni. La maggiore causa del suo ritiro è stata il link spam.
Tramite il link spam, infatti, si effettuavano massicce campagne di link building attraverso le quali si inondava il web, soprattutto le sezioni commenti dei forum, di link relativi alla proprie pagine per aumentarne l’autorevolezza agli occhi di Google. Tuttavia la creazione di una spropositata quantità di link innaturali ha reso sempre più inefficace l’algoritmo del PageRank nel differenziare le pagine di buona/alta qualità da quelle che non lo erano. Ovviamente tutto ciò non poteva andar bene a Google, portandolo a decidere per la chiusura pubblica definitiva e a prendere delle precauzioni tecniche di una portata quasi storica.
L’introduzione del tag Nofollow
Nel 2005, insieme anche alla collaborazione di altri motori di ricerca, Google introduce l’attributo “nofollow”, spiazzando quasi tutta la comunità degli addetti ai lavori e dei professionisti di settore, proprio per contrastare quelle pratiche di manipolazione del PageRank di cui abbiamo parlato nel paragrafo precedente.
Ma cos’è l’attributo “nofollow”? Facciamo un esempio pratico: mettiamo il caso che la pagina 1 del tuo sito riceva quattro link/citazioni da una pagina 2 ma per qualche fondato motivo non sei d’accordo con questa scelta. A questo punto è possibile applicare nel codice sorgente l’attributo “nofollow” a tutti i link o a uno solo per bloccare l’apporto di Page Rank da pagina 1 a pagina 2.
Questa pratica fu introdotta principalmente per evitare i link e commenti spam nel web ma come nella stragrande maggioranza dei casi vige il detto “trovata la legge, trovato l’inganno”. Perché dico questo? Perché oltre la link spam dietro l’angolo veniva già condotta da un po’ di tempo la cosiddetta PageRank sculpting; ovvero se una pagina otteneva, ad esempio, tre link in entrata da un’altra pagina con un PR di 10 era possibile, attraverso gli attributi “nofollow”, manipolare l’afflusso di link juice da una pagina all’altra.
Come? Per esempio applicando il nofollow su due link su tre per così trasferire il PR solo su una pagina invece che equamente. Infatti, il punteggio di link juice sarebbe dovuto esser distribuito naturalmente dividendo 10 per 3, quindi 3,33 circa per ogni pagina, però applicando il “nofollow” a due link su tre era possibile trasferire l’intero PR (10) a una sola pagina.
Google, come al solito, si accorse di questa pratica non propriamente etica e andò ai ripari incanalando il flusso di PR, tra una pagina e un’altra, in maniera egualitaria anche in presenza di uno o vari “nofollow”. Quindi, non era più possibile ricevere un flusso intero di PR in presenza dell’attributo e come nel caso precedente il flusso tra le pagine sarebbe rimasto ugualmente diviso (3,33) tra le pagine.
Non confondiamo il Google ranking con la Link Popularity
Come hai appena visto le argomentazioni attorno al PR sono varie e un tantino impegnative ma spronano a una continua ricerca e attenzione anche per scoprire e apprendere i nuovi paradigmi di settore e, in un certo senso, dominarli. Comunque, a questo unto, vorrei renderti partecipe della differenza sottile ma sostanziale tra il PageRank di Google e la Link Popularity.
La Link Popularity è la popolarità di una pagina determinata dalla quantità, sì, di link ottenuti da altre pagine ma dalla tipologia dei testi di ancoraggio in relazione a una specifica parola chiave. Se una pagina in questione di un tuo sito si occupa specialmente di “armadi in legno” e ottiene parecchi link in entrata con quest’ultima parola chiave come anchor text la sua Link Popularity sarà abbastanza alta per quest’ultima keyword.
Il PageRank, come ti ho già ampiamente spiegato, invece, è una via di mezzo tra popolarità e autorevolezza. Infatti, ben rappresenta un voto espresso da una pagina nei confronti di un’altra attraverso uno o più link in entrata. La “votazione”, però, avviene direttamente dal PR stesso della pagina o dalle pagine che trasmettono i link. Te lo ribadisco e scusami se è fin troppo ovvio: ricevere un link da una pagina ad alto PR è molto più conveniente che riceverlo da una pagina con un PR inferiore.
Ha ancora senso il page ranking in Google?
Mettiamola così: secondo il mio modesto parere il PageRank, sì, oggi ha ancora un senso. Certo, sono passati più di vent’anni dalla sua nascita e da quasi dieci anni non possiede più una metrica quantificabile pubblica, vedasi la toolbar. Tuttavia, ma con le dovute accortezze, è un fattore il quale ha ancora un suo peso ma da prendere sempre con le pinze.
Dico questo perché, oltre i link che possono apportare popolarità e autorevolezza, è bene quando si cerca di ottimizzare un sito per i motori di ricerca prendere in considerazione anche altri fattori come la qualità dei contenuti, la struttura e l’architettura di un sito, le sue prestazioni, le keyword o i link interni.
Quindi, alla luce dei fattori suddetti, è possibile affermare che il Page Rank Google è ad oggi uno dei tanti elementi che può permettere al tuo sito un buon posizionamento. Focalizzarti solo su questo aspetto, però, oltre a essere fuorviante, è anche poco sensato, denota scarsa conoscenza della Seo e poca professionalità.
Come si può aumentare il PageRank?
Comunque, il PR è solo uno dei duecento fattori conosciuti per il posizionamento su Google ma puoi sempre ottimizzarlo seguendo delle best practice. Le aree principali da curare per, così dire, aumentare il suo “punteggio” sono diverse ma ognuna di esse ha un peso considerevole per la salute Seo del tuo sito. Vediamole:
- implementa una buona struttura dei link interni;
- mantieni i contenuti più importanti e di qualità più vicino alla homepage del tuo sito;
- gestisci per bene le pagine orfane;
- elimina i backlink che puntano a pagine con codice di risposta 404 sul tuo sito;
- evita uno scambio massivo di backlink, per giunta a pagamento, in un lasso di tempo fin troppo ristretto perché potresti incappare in penalizzazioni algoritmiche o addirittura manuali;
- cerca di avere link in entrata e in uscita, nella maggior parte dei casi, da pagine che siano vicine alle tematiche trattate sul tuo sito;
- cerca di ottenere backlink con un alto profilo di PageRank, magari da siti molto autorevoli o con un’estensione .gov o .edu.
Esiste oggi una metrica alternativa al PageRank Google?
Come ben sai arrivato a questo punto dell’articolo, Google dopo il 2013 non ha più implementato pubblicamente il PR, fino a sopprimere definitivamente la toolbar nello scorso 2021. Quindi, allo stato attuale delle cose, non esiste nessuno strumento proposto dal motore di ricerca californiano per il calcolo del PageRank. Certo, potrai sempre affidarti a strumenti come SeoZoom, Semrush, Majestic, Ahrefs e soprattutto Moz, i quali possiedono delle loro metriche e algoritmi interni. Come dicevo, soprattutto Moz possiede una metrica denominata “Domain Authority” che forse può avvicinarsi al concetto di PageRank di ieri e di oggi.
Tuttavia non credo che tu oggi voglia ricercare a tutti i costi uno strumento che possa ricalcolare un parametro che sia figlio di un’altra era di internet, anche perché sarebbe deleterio e poco producente. Più che altro è bene capire che oggi Google calcola il PR, insieme a tanti altri fattori, con un’altra metodologia e altri algoritmi, magari basati sulla AI e ben altri punti di vista più avanzati tecnologicamente.